Ogni tanto potrebbe essere rigenerante prendersi una pausa dalla tecnologia (digital detox) anche se rinunciarvi, oramai, sembra quasi impossibile.
Nell’era digitale tutto è a portata di touch. Con gli smartphone si ha la sensazione di controllare il mondo e di poter raggiungere ogni luogo e ogni persona. Con i device ormai possiamo leggere libri, a casa o durante un viaggio, possiamo prenotare le vacanze, chattare, postare, controllare mail, fare shopping.
Ma siamo sicuri di non lasciarci troppo sopraffare dalle nuove tecnologie? Ne parla Maria Beatrice Toro in un intervista pubblicata su piusanipiubelli.it.
“La tecnologia ci intrattiene – afferma la Dott.ssa – e ci tiene lontani da molte situazioni in cui ci possiamo sentire sotto esame, ci consente di controllare l’altro senza essere visti, ma esige di pagare un prezzo, ovvero la distanza da chi ci è accanto.
Se non si stacca mai, non si ha più modo di vivere la naturale affettività.
Bisogna considerare, infatti, che il contatto diretto consente un coinvolgimento più completo e nutre l’affettività in modo maggiore.
È fondamentale, allora, fermarsi e togliersi la corazza dell’immagine che abbiamo costruito, avvicinarci alle cose della vita senza maschera e prendere tutto il bene e tutto il male che ne derivano.
All’inizio può essere faticoso, ma ne vale la pena” – continua l’esperta.
L’iperconnettività, poi, può avere delle conseguenze per la nostra salute psicofisica. Per questo il Digital detox può essere una soluzione pratica e benefica
Si tratta di una pausa per un certo periodo di tempo da internet, PC e telefonino.
Non importa se per poche ore, un giorno o per una settimana intera.
“Avvertiamo uno stato di tensione continua, come se fossimo perennemente allarmati, allerta, senza riuscire a riposare la mente e il cuore, che palpita in sincrono con le immagini e i suoni digitali – Continua La Dott.ssa Toro –
La mente diventa sovraccarica e incapace di prestare quell’attenzione intensa sostenuta che serve a capire davvero la realtà di ciò che accade dentro e fuori di noi.
Il sistema nervoso diventa reattivo, ci irritiamo per un nonnulla, andiamo in ansia se non c’è campo.