La prof.ssa Maria Beatrice Toro, ospite dei microfoni di Radio Popolare, ci parla di un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società: diventare genitori a in età matura
Lo spostamento in avanti dell’aspettativa di vita e le modificazioni dello stile di vita, hanno cambiato anche la prospettiva sulle opportunità relazionali e genitoriali. Tutto ciò ha reso possibile la realizzazione affettiva e familiare anche dopo i 50 anni.
Quali sono le conseguenze?
Questa “nuova normalità” ci porta a fare un riflessione sulle conseguenze psicologiche per genitori e figli. Tendenzialmente a 50 anni si sono raggiunte una certa stabilità lavorativa e interiore; ci si ritrova un po’ più liberi e meno condizionabili dalle tematiche competitive legate alla carriera e all’autorealizzazione. Questo comporta un movimento naturale. Verso la propria interiorità e la possibilità di dedicarsi molto di più ai figli rispetto di quanto si sarebbe riusciti a fare a 30 anni.
Il figlio avuto in un età più avanzata permette di realizzare una genitorialità attenta e protettiva, con una sensibilità e una presenza non meno di qualità rispetto ai trent’anni. A volte, però, si può esasperare una tendenza presente ormai per tutti i genitori, giovani e non, ovvero un certo “innamoramento” verso il figlio. Ciò può avere però dei risvolti critici come l’incapacità di dire no, un calo dell’autorevolezza e una sorta di dipendenza che i genitori sviluppano verso i figli o un legame così totalizzante che porta i genitori ad essere condizionati dal volere dei figli.
Nella maturità obiettivi e valori si riorganizzano, laddove il valore dell’affettività torna in primo piano; bisogna riflettere sul rischio che il figlio diventi il centro di gravità relazionale, portando in secondo piano il rapporto con il partner. Il figlio diventa troppo complice del genitore, mentre il complice di un adulto dovrebbe sempre essere un altro adulto!
Cosa succede quando il figlio diventa adolescente?
La riflessione che ci invita a fare la Prof.ssa Toro verte, poi, sul momento in cui i figli divengono adolescenti. Quando essi vogliono naturalmente sganciarsi e conquistarsi una loro autonomia. Se questa fase del ciclo di vita del figlio e della famiglia stessa coincide con il pensionamento e l’uscita dal mondo del lavoro dei genitori, lo strappo e la sensazione di svuotamento andranno ad amplificarsi. Per evitare che l’urto psicologico e la sensazione di perdita siano troppo forti bisogna coltivare le relazioni amicali, la relazione con il partner e i propri interessi. Facendo ciò si eviterà di investire il figlio adolescente di questa percezione di perdita di senso vissuta dal genitore.
Lo slittamento della genitorialità è dunque una nuova normalità con le sue risorse e le sue criticità. L’importante per diventare genitori più che l’età è la capacità di assumersi responsabilità. Questo perché generatività e responsabilità devono coincidere. Un genitore responsabile sarà in grado di ragionare sul progetto di vita della famiglia trovando le migliori soluzioni alle criticità oggettive e soggettive.