La ragazza coraggio:le violenze e il suicidio del padre

 

La Prof.ssa Maria Beatrice Toro è ospite dei microfoni di Teleroma 56. La sua riflessione verte sul terribile caso di cronaca che ha visto una quattordicenne vittima di ripetute violenze sessuali da parte del padre. Un padre che si è poi tolto la vita.

Un semplice tema di italiano

Il drammatico vissuto della ragazza sarebbe emerso in un tema dal titolo “racconta quello che, a parole, non riesci a dire a tua madre”. L’insegnante preoccupata ha subito segnalato la situazione al dirigente scolastico e in seguito alla polizia. La ragazzina racconta di aver subito per sette mesi abusi sessuali. Il suo carnefice era suo padre.Un uomo di 50 anni con problemi economici e di dipendenza dal gioco d’azzardo. L’inchiesta è partita immediatamente. Sono stati ascoltati subito i familiari della ragazzina. La madre della quattordicenne avrebbe detto di non essersi mai accorta di niente.
Il gip ha disposto un”ordinanza di misura cautelare. Si parla di “rapporti sessuali continui ed in ogni occasione che vedono protagonista l’adulto e la figlia in stato di sudditanza”. L’uomo è stato allontanato subito da casa in attesa di raccogliere tutti gli elementi necessari per le indagini. Si è poi tolto la vita impiccandosi.

La “ragazza coraggio”

Di questa drammatica vicenda familiare colpisce il coraggio della ragazza che la Prof.ssa Toro definisce ragazza-coraggioe dall’altra parte la mancanza di coraggio di un padre – se le circostanze verranno confermate – a vincere i suoi impulsi e chiedere aiuto. Questa è infatti l’ennesima vicenda di un lunghissimo abbandono di un minore da parte del mondo degli adulti, di mancanza di relazioni che siano anzitutto luoghi di ascolto.

La scuola ha raccolto la richiesta di aiuto

La ragazzina è però riuscita a trovare il coraggio per farsi ascoltare dalla scuola, che ha colto la richiesta di aiuto e si è preoccupata di tutelare un’adolescente alla quale la protezione e il supporto erano venuti a mancare. Anche il gesto finale del padre che si è ucciso – ci invita a riflettere la Prof.ssa Toro – fa emergere un enorme malessere non ascoltato: il malessere di un uomo deviante, che potrebbe aver commesso un grave crimine, ma che aveva già mostrato gravi problemi comportamentali. Indipendentemente da come proseguirà la vicenda giudiziaria, è sempre importante fare una riflessione sulle dinamiche sociali di omertà e stigma su queste vicende e sul grave stato di malessere e abbandono dei loro protagonisti.

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