Bambini: l’importanza del fare sport

Quando iscriverli a tennis, calcio o nuoto? Ecco cosa dicono gli esperti

di Sabina Cuccaro

Il 33,8% dei bambini italiani, tra i 6 e i 10 anni, non dedica più di un giorno a settimana all’attività fisica e solo uno su quattro fa giochi di movimento. È, invece, indispensabile che i bambini si dedichino allo sport. «L’attività fisica aiuta a prevenire numerose malattie da adulti come disturbi cardiovascolari, respiratori cronici, obesità e diabete», spiega infatti Alberto Villani,presidente della Sip (Società italiana di pediatria). Vediamo le attività fisiche consigliate in base all’età del bambino e quando iniziare un’eventuale attività agonistica.

3 ANNI: NUOTO

Perché. È uno sport che utilizza tutte le grandi masse muscolari e non espone il bambino a particolari traumi dell’apparato locomotore. Può essere controindicato in caso di scoliosi grave e se il bambino soffre di patologie otorinolaringoiatriche. Inizio attività agonistica: 8 anni.

5 ANNI: GINNASTICA ARTISTICA

Esalta la coordinazione neuromuscolare e il controllo del corpo. Crescendo, la ginnastica artistica richiede una notevole forza muscolare: i carichi di lavoro possono essere gravosi ed inoltre,esige impegno e allenamento costante, un binomio che può provocare stress nel bambino. Inizio attività agonistica: 12 anni.

6 ANNI: CALCIO E RUGBY

Entrambi gli sport hanno una grande caratterizzazione sociale: lo spirito di squadra è il cardine e il rispetto dell’avversario è una componente essenziale. Favoriscono l’inclusione in gruppo, la condivisione e la cooperazione. Il rugby è più rischioso del calcio:può comportare traumi, come piccole fratture alle mani,alle braccia, alle costole, alle gambe. Il calcio, se praticato senza riscaldamento o in maniera inappropriata, invece, può provocare strappi muscolari.Inizio attività agonistica: 12 anni.

CHE COSA FARE SE IL BAMBINO NON NE VUOLE SAPERE DI FARE SPORT?


«Dobbiamo innanzitutto capire il motivo», dice Maria Beatrice
Toro,
psicoterapeuta: «Può essere per pigrizia, ma anche perché teme
la competizione. Nel primo caso motiviamolo, spiegandogli tutti
i benefici (anche sociali) dello sport. Nel secondo caso, invece,
lasciamolo libero di scegliere un’attività fisica più informale».

Possiamo, in realtà, anche aggirare l’ostacolo creando attività che
lo facciano muovere divertendosi: organizziamo delle cacce al tesoro;
portiamolo al mare o in montagna sui sentieri; compriamogli
dei pattini o una bicicletta.


6-7 ANNI: ARTI MARZIALI

Judo, karaté ecc sviluppano il controllo muscolare, la coordinazione e migliorano la tecnica del respiro. C’è molta attenzione al rispetto delle regole e dell’avversario. Se praticato in maniera inappropriata, può avere conseguenze come fratture, strappi, ematomi e ciò che deriva dal contatto. Inizio attività agonistica: 12 anni.

7-8 ANNI: TENNIS E SCHERMA

Esaltano la coordinazione e la capacità di concentrazione. Favoriscono, inoltre, il coordinamento e abituano a elaborare strategie in quanto sul campo bisogna prevedere le mosse dell’avversario e, nel contempo, compierne alcune. Nel tennis,usando prevalentemente un arto superiore, potrebbero essere presenti eventuali asimmetrie di sviluppo muscolare ed è quindi, necessario abbinarlo alla preparazione atletica.Inizio attività agonistica: tennis 8 anni; scherma 10 anni.

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