I GIOVANI CI STUPISCONO SEMPRE: ALLONTANANDO I SOCIAL PER IL MONDO REALE!

Pur ritenendo lo smartphone indispensabile,vivono le amicizie offline e la famiglia come un bene rifugio», dice Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta

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Sono i ragazzi della cosiddetta Generazione Z, adolescenti o neo maggiorenni nati dopo il 2000: giovani con i piedi ben piantati nel presente ma già “target”di domani, apprezzano infatti i valori della famiglia, dell’amicizia e la vita offline.

I ragazzi della generazione Z rappresentano l’11% della popolazione

Ecco dunque la propensione di questo 11 per cento della popolazione a cercare rapporti veri, concreti: gli amici, quelli con la “a” maiuscola, che si frequentano durante il tempo libero sono i compagni di scuola.

Circondati da chi dipende dalla tecnologia (adulti compresi) e da chi comunica solo attraverso messaggi WhatsApp ed emoji, i giovani della Generazione Z, pur considerando per l’87 per cento lo smartphone un oggetto irrinunciabile, è offline che trovano la felicità e i propri interessi, primo tra tutti la cura dell’ambiente.

Per il 57 percento, poi la famiglia è una priorità li genitori tornano a essere punti di riferimento e modelli da seguire, per il 47 lo è l’amore, per il 42 la salute. Propria e della natura.

«I ragazzi della Generazione Z hanno un rapporto con i genitori differente rispetto ai loro predecessori»,

conferma la psicologa e psicoterapeuta Maria Beatrice Toro, nell’intervista rilasciata a Silvia Tironi sulla rivista Vero,

«nel senso che sono nati in un momento di crisi, dopo il 2000. Mentre i Millennial, venuti al mondo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, sono cresciuti quando si stava bene e la crisi li ha colpiti durante la vita, gli Z sono dei post apocalisse».  

La Generazione Z è più adattabile

«Desiderati più di ogni cosa» Ecco dunque spiegata, secondo l’esperta, la loro concretezza:

«Mentre quella venuta prima di loro è una generazione fondamentalmente di delusi, perché si aspettava di avere in mano il mondo e in realtà ha incontrato un flop dall’economia al lavoro fino ai valori, la Z è più adattabile, non ha grandi aspettative e quindi conta molto su se stessa».

Allora perché questo legame così forte con chi li ha messi al mondo?

Ce lo spiega sempre la dottoressa Toro: «I genitori sono un “bene rifugio“, un porto sicuro che non può mai essere messo in discussione e che dà una carica, ma i giovani non si aspettano che siano mamma e papà a doverli preparare alla vita».

«La loro alta autostima deriva dalla consapevolezza di essere stati desiderati più di qualunque altra cosa al mondo», prosegue la psicoterapeuta, «i genitori stessi ora percepiscono i figli come l’unico legame “per sempre”, cosa che non si può più dire invece per il matrimonio e il lavoro, ad esempio». «Faticano a gestire le frustrazioni»

«Tuttavia si tratta di un’autostima che fa da contraltare alla mancanza di fiducia che questi ragazzi hanno in se stessi», aggiunge l’esperta, «che si spiega con il fatto che hanno una vita troppo facile e non sono in grado di gestire le frustrazioni».

Adolescenti: rapporti reali o virtuali?

Ma torniamo ai dati della ricerca: a livello generale non esiste una ricetta per la felicità,ciò che conta è stare bene con se stessi. La fama, il successo, l’essere leader o influencer contano davvero pochissimo «Essere una celebrità su Internet non significa essere felice nella vita reale», tira le somme Beatrice Toro, «questo gli adolescenti ce l’hanno ben chiaro. Anzi, più si è ancorati al mondo dei social e più paradossalmente si incontrano difficoltà a creare rapporti nella realtà. Infatti, sul web hanno rapporti prevalentemente con persone che già conoscono e non sono interessati a incontrare sconosciuti. Anche se incontrarsi di persona, per loro, è l’eccezionalità, non la quotidianità, e quindi ha un grande valore».



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