I profili dello stalker

Si continua a parlare del dilagante fenomeno dello stalking

con la Prof.ssa Maria Beatrice Toro

ospite a Teleradiostereodue del direttore Marco Fabriani.

Sostanzialmente esistono due macro tipologie di stalker: alcuni sono principalmente animati dalla rabbia, altri invece dal bisogno ossessivo e malato di attenzioni. Quest’ultima categoria difficilmente agisce dei comportamenti così gravi da mettere in pericolo di vita la vittima; sono soggetti che corteggiano senza sosta. Spesso senza rendersene conto prestano un’attenzione esasperata alle vittime che hanno scelto e la traducono in continui e ripetuti sms, pedinamenti, ecc.

Gli stalker animati dalla rabbia invece non vanno mai sottovalutati anche quando, in una fase iniziale, si limitano a minacciare.

Possono diventare seriamente pericolosi; si fissano, infatti, di aver subito un torto e sono guidati da una potente sete di vendetta.

Pensano di essere stati ingiustamente danneggiati e si sentono autorizzati a rivalersi con la violenza.

Il rapporto tra stalker e stalkizzato – continua la Prof.ssa – esula dalla normalità e si connota di aspetti patologici innanzitutto perchè non sono assolutamente contemplati i concetti di limite e di libertà, di autonomia: lo stalker è abituato a dominare il proprio partner, ad ottenere molto e a dare poco pertanto, finchè la coppia è coesa e il tratto narcisista dello stalker è appagato, si mantiene tra i due una sorta di equilibrio ma il rischio di scadere nella violenza è sempre allerta e soprattutto compare per gradi….prima di assistere a un atto di violenza o addirittura a un omicidio lo stalker mette in atto una serie di comportamenti intermedi.

Due sono dunque i principali profili psicologici dello stalker: uno più inadeguato, l’altro più rabbioso e vendicativo.

 

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