Intervista sul settimanale Il Salvagente – si parla dei prodotti “Baby Einstein”

C’è chi non è per nulla stupito dalla polemica scatenata
dal caso Disney e dai risultati degli studi
nordamericani. È la psicologa dell’età evolutiva Maria Beatrice
Toro, che abbiamo raggiunto per avere un parere su queste opere
destinate a migliorare l’apprendimento.
“Che un video possa rendere più intelligenti è piuttosto improbabile
– ci spiega – per un motivo essenziale: l’essere umano, e il
bambino in particolare, è fondamentalmente intersoggettivo. Il
suo sviluppo, cioè, avviene soprattutto attraverso i rapporti interpersonali.
Il gioco o il media hanno valore formativo solo nel momento
in cui sono utilizzati in una relazione con altre persone che
aiutano il bambino a decodificarne il significato. Non quando il
bambino ne è un utente passivo.Che un dvd possa migliorare l’intelligenza,
e non solo le conoscenze, dal punto di vista psicologico
è un’ipotesi piuttosto assurda.Ripeto:le risorse cognitive si migliorano
attraverso i rapporti con gli altri.
Dottoressa Toro, il problema, dunque, non è tanto nel
prodotto in sé, quanto nel tempo sottratto alle relazioni
interpersonali?
Certo. Il presupposto di questi prodotti è che l’esporre il bambino
a un grande numero di stimoli possa migliorare l’apprendimento
e addirittura l’intelligenza. Ma perché si verifichi un apprendimento,
il bambino ha bisogno di costruire il significato delle parole
assieme a un’altra persona, di imparare il significato dei termini
attraverso il dialogo. Quando batte i piedi per terra e gli si chiede
“sei arrabbiato?”il bambino impara la parola “rabbia”perché
l’associa all’esperienza.Credere che ciò possa accadere semplicemente
esponendolo a stimoli in un ambiente digitale è un’illusione.
Siamo di fronte a una generazione che cresce troppo davanti
al video, gli effetti si vedranno tra qualche anno, ma la psicologia
ci dice che non possono essere positivi.
C’è modo di usare questi media per l’apprendimento?
Sì, se usati in compagnia possono essere anche utili. Non ho una
visione apocalittica per la quale i media fanno male in quanto tali.
Il bambino può anche stare davanti alla tv, al libro, al video,ma
non deve starvi solo bensì con qualcuno che lo aiuti a capire.
Negli Usa un bambino su tre ha ricevuto un dvd Baby
Einstein. I genitori moderni sono così ansiosi di far diventari
i figli tutti geni? E che effetto ha questa pressione
sull’apprendimento dei bambini?
I bambini arrivano sempre più tardi nella vita dei genitori, spesso
sono figli unici e circondati da decine di adulti. Così il bimbo da
solo deve soddisfare le aspettative di tutti questi adulti, spesso in
conflitto tra loro.In questa modalità di crescita c’è una forte pressione
da parte dei genitori per rendere ogni bambino un capolavoro,
un prodigio,fornendogli sempre qualcosa in più rispetto agli
altri per diventare più intelligente. E senza capire che ogni bambino
è già comunque un prodigio. Per il piccolo è sicuramente un
fattore che genera ansia e questo non ne stimola affatto l’intelligenza:
più sente il peso delle aspettative, più diventa preoccupato
rispetto a quello che dice e a quello che fa. L’ansia da prestazione
può portarlo a chiudersi. Più alta è l’aspettativa del genitore,
peggiori saranno le prestazioni cognitive del figlio.
Aspettative a parte, sottoporre un bimbo a più stimoli
possibili fa sempre bene?
No, affatto. Un esempio degli effetti della sovraesposizione agli
stimoli sono disturbi come il deficit dell’attenzione. Se si intrattiene
sempre il bambino, se si continua a tenerlo occupato non lasciandogli
mai il tempo logico per vivere un’esperienza ed elaborare
gli stimoli, lo si rende solo più distraibile.

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