Se fossi nei tuoi panni…l’empatia nel rapporto medico – paziente.

La comprensione intuitiva dei bisogni dell’altro è il primo ingrediente della “buona sanità“: spesso quando si è in difficoltà la prima forma di cura di cui si ha bisogno è la sensazione di essere profondamente capiti e rispettati. Impegnarsi nella relazione con il paziente è, allora, la prima abilità che un medico, uno psicologo, un infermiere, un operatore socio sanitario deve sviluppare e far crescere. Nel corso del tempo la comunicazione tra curante e paziente ha assunto diverse caratterizzazioni, in concomitanza con il progresso della società: si è passati da uno stile “paternalistico” a un modello più collaborativo e reciproco.

Durante una malattia, e specialmente durante un ricovero, infatti, ci si trova spaesati, spogliati del proprio ruolo nella vita di tutti i giorni. Ciò rappresenta uno stress,  a volte maggiore di quello provocato dalla malattia in sè e per sè. per tale motivo la cura non può prescindere dal riconoscimento della persona del paziente, con i suoi bisogni, saperi, valori, aspettative.

In una certa misura questo comporta la capacità di mettersi nei panni del paziente, migliorando la qualità della comunicazione attraverso l’empatia.

Rispondi