Tablet per i bambini: quali effetti psicologici?

Il tablet per bambini è un dispositivo sempre connesso a internet (o via Adsl, grazie al wi-fi, o attraverso una rete mobile, grazie alla chiavetta o, nelle versioni più evolute, a una scheda interna).


“È chiaro che è sempre meglio privilegiare i sistemi che permettono ai genitori di selezionare in partenza i siti su cui i bambini possono navigare evitando comunque di lasciarli soli nella navigazione”, spiega al Salvagente la professoressa Maria Beatrice Toro, esperta di infanzia e new media e coautrice con il professor Tonino Cantelmi del saggio “Tecnoliquidità”, in uscita a dicembre per le Edizioni San Paolo.

Meglio non superare 1 ora al giorno
“L’accesso a internet va limitato e controllato”, dice la psicoterapeuta, “perché un bambino può davvero essere traumatizzato se vede immagini scioccanti di sesso, malattia o violenza”. Ma sull’utilità della tecnologia la Toro non ha dubbi: “La ludicizzazione dell’apprendere è un codice giusto per avvicinarci ai bambini, e i tablet sono un concentrato di apprendimento e gioco. Il figlio impara, acquisisce competenze, migliora scrittura e capacità linguistica e il genitore è contento”.
Se si eccede, però, i rischi ci sono. “Gli effetti negativi sono sulla capacità di concentrazione”, precisa la professoressa, “il tempo giusto da trascorrere su un tablet o su un videogioco, fino a 10 anni, è un’ora al giorno. Non di più. Se lo si lascia giocare senza limiti, il bambino perde la cognizione del tempo, poiché è stato dimostrato che dopo un’ora di questa attività il suo cervello rilascia dopamina, sostanza capace di creare dipendenza”.

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