Adultizzazione del bambino e infantilizzazione dell’adulto: due tendenze speculari

Un tempo l’infanzia veniva vissuta secondo modalità e tempi di vita specifici, differenti da quelli dell’adolescenza e dell’età adulta. Quando nasceva un bambino i genitori creavano attorno a lui un ambiente protettivo adatto alle sue necessità, un nido in cui accoglierlo e prendersene cura. Con il processo della crescita il bambino usciva progressivamente da questo nido e si apriva, per gradi, agli stimoli del mondo esterno. Anche i bambini più grandicelli conducevano una loro vita, separata da quella dei genitori: non uscivano con loro la sera, solo raramente partecipavano ai loro viaggi e spostamenti, ma giocavano e stavano con i coetanei. Era un’esistenza da bambini.

Oggi la specificità dell’ infanzia è una realtà in declino; i bambini vivono, infatti, secondo modalità adultizzate, seguendo dappertutto i genitori – a teatro, al cinema, al ristorante, nei centri commerciali  – e sono spinti da una forte pressione mediatica ad assumere atteggiamenti adultizzati nel vestire, nel parlare,  nel relazionarsi con gli altri. I bambini tendono a comunicare da pari a pari con gli adulti, contrattano con i genitori regole e norme di vita, spesso li precedono nelle competenze tecnologiche. Le conseguenze di tale stato sono, purtroppo, quanto mai sotto i nostri occhi: i bambini, esposti a messaggi non adatti alla loro età e bombardati da stimoli come mai era accaduto nella storia, mostrano segni di disagio evidenti.

Si rende fondamentale, allora, contribuire a diffondere una cultura che protegga questo tempo della vita e sottolinei la dimensione educativa di cui i bambini hanno bisogno e che gli adulti spesso negano loro, intrappolati in una rete di insicurezze e precarietà personali, troppo presi dal bisogno di essere amati, anche dai figli. Adultizzazione del bambino e infantilizzazione dell’adulto  sono due fenomeni della post modernità che vanno di pari passo. In questo contesto di confusione generale, i bambini ci appaiono disorientati, insicuri, fragili: per loro, evidentemente,  l’infanzia è una necessità.

5 pensieri su “Adultizzazione del bambino e infantilizzazione dell’adulto: due tendenze speculari

  1. Giovanna Tarascio dice:

    Condivido, e sento il dovere di aggiungere che la cosa altrettanto grave è il crimine che spesso gli adulti compiono nel divenire “ladri di fantasia”, rubano e distruggono il “mondo” dei bambini la normale capacità di percepire la realtà sotto forma di fiaba. Mi rivolgo a quanti difronte alle domande di un bambino incuriosito sul come è perchè la luna sta in cielo, rispondono: è un pianeta! No “ladro di fantasia”, no. Lascia che tuo figlio pensi che sia una meravigliosa palla appesa in cielo che di tanto in tanto gioca a nascondino fino a diventare una sottile culla per le stelle che stanno a guardare la sua luce e, innamorati della luna, ne prendono un tantino quanto basta per donarci la magia della notte ….no “ladro di fantasia”..non rispondere come uno scenziato per la presunzione di voler fare di tuo figlio ciò che vorresti essere stato tu!! Lascia che pensi che il camioncino con il quale sta giocando non sia un reciclo di plastica e non permettere a un telecomando il suo movimento….ma fa che nel suo camioncino da spingere con le sue manine possa fantasticare di esservi dentro e viaggiare con la sua fantasia…..ladro é chi dice ad una bimba che le fate non esistono che le fiabe sono frutto di chi le inventa per scriverle e niente risponde al vero….il gatto con gli stivali….pinocchio….la fatina smemorina di Cenerentola….credetemi esistono….io li ho visti e li vedo ogni giorno negli occhi di quei bambini che sorridenti la incontrano. Giovanna Tarascio.

  2. AIRES E. PROIETTI E SILVA dice:

    Purtroppo ,già da alcun tempo,la maggioranza dei genitori vogliono anticipare la fase dell’adolescenza ed adulta nei figli. Nel modo di vestirli,parlare,festa di compleanno,luoghi dove li portono,i prgrammi in tv e internet,…Sono padre di due 9 e 12 anni e essendo cristiano ,mi preocupo si, perchè mi vedo pure da soli in curare questo importantissimo detagli ( lasciare che sianno bambini).

  3. Giovanni De Maria dice:

    Condivido in pieno. Aggiungo che osservare queste dinamiche rende le persone tra i 30 ed i 35 sempre più insicure nella decisione di fare un figlio.
    Non hai sviluppato però nel tuo intervento la tematica dell’infantilizzazione dell’adulto e della correlazione tra i due fenomeni.
    Me la vado a cercare su google 😉

  4. Nores dice:

    Fantasia è infanzia e viceversa. Tutti i bimbi sono come dei fiori stupendi e colorati; colorati dei colori della vita nuova e pura.
    Il mondo noi lo vediamo con gli occhi, i bimbi lo vedono col cuore; noi lo vediamo rotondo, loro lo vedono quadrato…
    I bimbi riescono a immaginare anche quando non conoscono, noi immaginiamo solo se prima sappiamo. Pertanto è un crimine, si un crimine, sporcare la fantasia dei bimbi con la scienza degli adulti.
    Se anche a 10 anni un bambino si nutre di fantasia, ebbene così sia, in quanto la fantasia è intelligenza nella sua natura prima e incorrotta che, a mio parere, è la forma più buona e bella di amore per la vita ed il mondo.
    Nella nostra realtà quotidiana, per tirare avanti, ci adattiamo in continuazione al mondo e alla vita, chi non si adatta nella vita giornaliera ai nostri tempi sono solo i criminali…
    Invece un bambino non deve adattarsi a nulla perché non ha pensieri per la testa come gli adulti. Quindi il bambino non si adatta; si potrebbe meglio dire che è la vita ad adattarsi al bambino, per poi crescere assieme a lui.
    Tuteliamo il diritto di fantasia dei bambini!! Non obblighiamoli a fare cose da grandi se non ce n’è una necessità assoluta Prima o poi crescono!!

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