Su familiyandmedia.eu interessante articolo di Vittorio Romano sulla “ludicizzazione” del vivere post moderno.
Videogiochi e dintorni: istruzioni per l’uso
Come stanno cambiando i videogiochi – e noi con loro – al tempo degli smartphone e di Facebook? Cosa fare sul piano psicopedagogico per limitarne i rischi ed esaltarne le potenzialità? Ne abbiamo parlato con Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta esperta di età infantile e adolescenziale e di nuovi media, temi di cui si è occupata in varie pubblicazioni. Ha curato di recente Adolescenza e Adultescenza, testo di grande attualità recensito anche sul nostro sito.
Se pensate che siano solo un passatempo domestico per ragazzi asociali, solitari e sedentari, correte ad aggiornarvi. I videogiochi sono sempre di più un intrattenimento senza età e di gruppo, che non conosce limiti di tempo e di spazio, ma pure un potente strumento per acquisire e sviluppare abilità. Mezzi che costituiscono l’architrave di un approccio alla realtà – definito gamification -secondo cui modellare gli atteggiamenti e i comportamenti quotidiani sugli schemi del gioco può facilitarci la vita e renderci felici.
L’esplosione dei videogiochi ha favorito un’estensione dei mezzi e dei tempi del gioco e la diffusione di una modalità ludica di vivere la quotidianità. Un modo per gratificarsi, certo, ma anche per provare ad eludere l’ansia inoculata dalla precarietà del post-moderno. Il confine con la realtà tende ad essere particolarmente labile e atteggiamenti assunti nella finzione ludica – se mantenuti nella quotidianità – possono provocare un senso di de-responsabilizzazione riguardo alle proprie azioni. È chiaro, però, che in questo processo di giochificazione della realtà i media digitali rivestono un ruolo fondamentale per via della loro indiscussa capacità di rendere tutto coinvolgente e verosimile. Un’esperienza arricchita dalla tecnologia tridimensionale, ma anche da intrecci narrativi che l’ibridazione con il cinema ha reso più avvincenti e credibili…