L’accelerazione estrema dei tempi del vivere, insieme al senso di precarietà indotto da un clima di crisi generale, sono oggi i maggiori nemici dell’equilibrio e dell’armonia personale. La loro forza si riversa indistintamente su tutte le età della vita, inducendo elevati livelli di stress su individui, famiglie, adolescenti e bambini. Viviamo vite sempre più insostenibili sia dal punto di vista mentale che emotivo.
La cultura della consapevolezza nasce come possibile risposta alle dolorose contraddizioni dell’attuale stile di vita, per celebrare
- il rispetto di sé e degli altri
- l’attenzione consapevole
- la lentezza
come chiavi per riappropriarsi del presente.
La consapevolezza punta a umanizzare il cuore iperattivo della post modernità, quella ansiosa frenesia che sperimentiamo tutti i giorni, essendovi immersi anima e corpo, vagamente coscienti, in particolare, dei danni che lo stress può procurare allo sviluppo cognitivo e affettivo delle nuove generazioni. Il fine di questo manifesto è la promozione di una cultura dei diritti per l’infanzia all’altezza dei tempi. Si tratta di una nuova ecologia della mente, finalizzata a liberare i bambini dalla dittatura della prestazione ad ogni costo, dalla frammentazione delle esperienze e dalla mancanza di privacy, in direzione della sostenibilità, dell’autenticità, della condivisione.
La possiamo riassumere in alcuni diritti fondamentali:
1. Diritto alla presenza consapevole
Ogni bambino ha diritto alla presenza fisica e mentale dei genitori. Ovvero una presenza di qualità, piuttosto che una presenza distratta dalla connessione compulsiva alla sfera lavorativa e dei social media.
2. Diritto alla privacy digitale
Ogni bambino ha il diritto alla tutela della sua immagine. Evitiamo di esporli inutilmente pubblicando fotografie e fatti che li riguardano.
3. Diritto alla lentezza
Ogni bambino ha diritto ai suoi tempi e a fare una cosa per volta. Il monte ore degli impegni extra scolastici non dovrebbe superare le 8-10 ore settimanali. Tra un’attività e l’altra devono essere previsti momenti di pausa in cui “non fare niente di speciale”.
4. Diritto alla condivisione
I bambini devono potersi incontrare tra loro, in casa o fuori, scegliendosi per affinità e passare del tempo insieme condividendo giochi scelti da loro.
5. Diritto ai no
L’educazione è il presupposto dell’integrazione nella comunità. L’adulto ha il dovere di comportarsi in modo maturo piuttosto e insegnare a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato anche attraverso i no.