Cinquantenni che fanno i ragazzini, padri e figli con gli stessi dubbi, adulti eppure adolescenti. “Adultescenti” … vitali, curiosi ma immaturi … quando c’è un problema chi fa il padre? «L’adolescenza sta diventando una dimensione esistenziale più che un’età della vita». Maria Beatrice Toro, psicoterapeuta, è tra i promotori del convegno su “Adolescenza e adultescenza”, che si terrà a Roma, presso il Tribunale dei minorenni, il 28 settembre. «I comportamenti, i valori e i desideri degli uni e degli altri si confondono sempre più. Gli adulti hanno una difficoltà psicologica a fare scelte definitive, ad avere un’identità definita, ad immaginare una traiettoria esistenziale chiara». Come si riconosce un “adultescente”? Vive in famiglia, esce in comitiva, non si assume responsabilità, nel conflitto la colpa è sempre degli altri, litiga come un ragazzino, se è sposato sente il matrimonio come una gabbia. Quando si separa «è incoerente, cerca l’alleanza di figli», nello studio dell’avvocato Maria Giovanna Ruo si presentano a volte adulti accompagnati dai genitori. «Ricorre anche a manovre corruttive per convincere i figli a scegliere di vivere con lui o lei, così da ottenere la casa». Il risultato è che i figli adolescenti di una coppia di adultescenti in crisi diventano l’ago della bilancia, «manipolano i genitori e ottengono dosi di libertà incontrollata che utilizzano a fini distruttivi», aggiunge Maria Beatrice Toro. E nel confronto con genitori immaturi «gli è negata la possibilità di fare i ragazzini».
dall’ariticolo di MARIA LOMBARDI
Fonte: il Messaggero, 25/09/2009