Disturbo borderline e abuso sessuale infantile

Lo sviluppo di una patologia borderline si associa spesso a maltrattamento, trascuratezza, abuso infantile: i soggetti che hanno affrontato nell’infanzia tali gravi esperienze si rappresentano le altre persone come potenziamente ostili, o, in alternativa, possono idealizzare qualcuno all’inizio di un legame per poi svalutarlo o percepirlo come persecutorio. E’ il “triangolo drammatico”, nel quale i ruoli di salvatore, persecutore e vittima vengono alternativamente ricoperti da sè e dall’altro, in una relazione molto carica dal punto di vista emotivo e difficilmente gestibile.

L’abuso sessuale, dunque (specialmente se avviene in famiglia, luogo che dovrebbe poter essere il più sicuro), può produrre molti problemi psicologici, che colpiscono l’identità profonda della persona e le sue relazioni. Si tratta di problemi di lunga durata e di difficile risoluzione spontanea nel corso della vita. Molti, infatti, sono i processi mentali inficiati dall’abuso sessuale infantile: il primo e più evidente è la ferita dell’autostima, per cui la persona sente di aver scarso valore, poichè è stata tradita e maltrattata, trattata come una cosa da nulla. La vittima può anche colpevolizzarsi per quello che le è successo sentendosene, in fondo, responsabile. Questo dà luogo a sentimenti di indegnità personale e disistima di sè. Altre conseguenze possono essere ansia, depressione, inibizione della sfera sessuale.

Un pensiero su “Disturbo borderline e abuso sessuale infantile

  1. Diagramma di flusso inutile dice:

    Mi spaventa un poco fare un commento dentro ad un blog, perché sono sempre più cosciente che il rifugio nella fantasia (anche quella che costituita dalla rete) potrebbe essere un arma a doppio taglio. Forse nessuno leggera davvero questo post. La realtà è che abbandono ed autostima sono i due poli in cui viaggiano le persone che. totalmente non consenzienti, vivono quando si ritrovano vittime di un abuso sessuale, soprattutto in età relativamente precoce.
    Vorresti dominare il pensiero di una razionalità esuberante, mentre una logicità eccessiva diventa una prigione saldamente rinchiusa tra le sbarre di un ansia in cui il pensiero prende forma e si solidifica.
    La linea di confine che passa tra una psicosi ed una semplice nevrosi è il filo dove noi sofferenti (persone che vivono un dolore troppo sordo….) dobbiamo funambolicamente camminare per non cadere nel baratro, fatto di emozioni e sensazioni troppo difficili da gestire.
    Alla lunga non si sa più quali siano le vere sensazioni del tuo corpo, perchè qualcuno ha deciso di gestirlo al tuo posto e tu ne hai perso il controllo.
    Personalmente ho bisogno di gridare davvero: “Sono io, sono io davvero per quel che sono”.
    A questo grido, disperato o no che sia, si ha la necessità di trovare una risposta, fosse anche l’eco del ritorno dell’evento gridato che possa servire da lenitivo di un’ansia esistenziale spesso troppo cocente.

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