Ancora dubbi sull’omicidio di Avetrana

A due mesi dalla morte di Sarah Scazzi continuano a rincorrersi ipotesi e versioni che sembrano offuscare più che svelare la verità cui questa ragazza ha diritto. Lo scarico totale di responsabilità, le accuse che cambiano, le dichiarazioni ritrattate, le strategie difensive degli imputati rendono sempre più difficile, al di là della cronaca, recuperare il senso di un omicidio e il suo movente.
Alla psicologia non può sfuggire il fatto che, evidentemente, Sarah era diventata l’elemento che minava equilibri patologici famigliari. Era, forse, l’ossessione ricorrente in fantasie morbose di dominio, vendetta, rivalsa. E nessuno ha saputo proteggerla.

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